sabato 4 agosto 2007

Recensione: Il diavolo veste Prada


TITOLO ORIGINALE:
Devil Wears Prada
NAZIONE: USA
GENERE: Commedia
DURATA: 109 min.
DATA DI USCITA: 2006
REGIA: David Frankel
CAST: Meryl Streep, Anne Hathaway, Stanley Tucci

David Frankel regista, tra gli altri lavori televisivi, dell'impagabile Sex and City era all'apparenza la scelta azzeccata per Il diavolo veste Prada, la storia di una provinciale che arriva a New York per diventare giornalista e dopo molti rifiuti, trova il posto per il quale milioni di ragazze sarebbero disposte a uccidere: seconda assistente di Miranda Pristley, la direttrice di "Runaway", forse la più importante rivista di moda del mondo. Tratto da best seller di Lauren Weisberger (uscito nel 2003 e tradotto in 27 lingue) probabilmente ispirato alla figura di Anna Wintour, celebre, ferrea direttrice di "Vogue", per il quale lavorò per un periodo la Weisberger, neo-laureata a Cornell, Il diavolo veste Prada - film - non centra l'alchimia di perfidia e malinconia che pare abbia il romanzo e nemmeno il ritmo incalzante dei dialoghi di Sex and City. E' un film nel quale non succede niente, se non lo sviluppo più ovvio (la giovane Andy si trasforma da ragazza qualunque a impeccabile "fashionista" conservando tuttavia i proprio principi morali), una successione alla lunga ripetitiva di rincorse agli ordini del capo, con scambi di battute molto meno acidi e frizzanti di quanto ci si aspetterebbe. Solo tre cose meritano: la collezione Chanel 2006 (quella che contribuisce alla "mutazione" di Andy), Stanley Tucci nella parte di Nigel, il braccio destro di Miranda, cinico ma non del tutto, snob con un'anima, fedele in tutto e per tutto al suo direttore, e Meryl Streeo, che riesce a conferire sfumature sottili e remote a un personaggio all'apparenza unidimensionale. Costruita su entrate teatrali aggressive, sul gelo palpabile delle sue occhiate critiche, su un'intelligenza tutta al servizio del suo lavoro, Miranda, sotto Prada e sotto Valentino, è umana, malinconica, una regina taglia 46 in un mondo fatto di taglie 38, capace di dominarlo con pugno di ferro, ma anche di riconoscere, quando li incontra, gli altri fuoriclasse.

VOTO: 5 1/2

3 commenti:

Deneil ha detto...

Io nella tristezza desolante delle commedie di oggi (anche se alcune si possono salvare come puoi vedere tra le mie rece) a questa avrei dato senza dubbio un bell' 8.

Weltall ha detto...

Sono andato al cinema con grandi aspettative e ne sono uscito con una delusione cocente sulle spalle...
A parte la Streep, strepitosa ma non come in Radio America,il film si riduce ad una commediola con la solita lezioncina morale da due soldi...peccato, peccato!!!

Gianmario ha detto...

Carino, simpatico, ma andare al cinema a vederlo e' troppo, al massimo DVD e pizza a casa :) Giusto perche' c'e' Meryl Streep acida al punto giusto.